Conosciamo Busy. Intervista ad Antonio Sparaco, responsabile del progetto
Sportelli informativi, costruzione delle capacità e competenze del personale dei Comuni attraverso la formazione, piattaforme informatiche per richiedere l’intervento dei mediatori e per mappare i servizi offerti al migrante dal territorio, cortometraggi animati e rete di governance. In breve, cos’è il Progetto Busy? Ne abbiamo parlato con Antonio Sparaco, responsabile del progetto e direttore dell’unità operativa complessa Centro salute globale dell’Asp di Trapani.
Si entra nel vivo del Progetto Busy, quali sono le attività?
“Le attività principali del Progetto Busy consistono nell’apertura degli sportelli negli enti collaboratori, ovvero i Comuni di Comune di Palermo, Comune di Siracusa, Comune di Marsala, Comune di Corleone e Comune di Pantelleria. Gli sportelli informativi sono costituiti da professionisti (avvocati, pedagogisti, psicologi, assistenti sociali o anche mediatori culturali), ognuno dei partner, in base alla disponibilità del proprio personale interno, ha l’opportunità di integrare queste professionalità per migliorare l’assistenza ai cittadini di Paesi terzi”.
Cosa cambia con Busy in termini di inclusione?
“In termini di inclusione, trattandosi di un progetto di capacity building, dovrebbe cambiare molto, perché miglioreranno i livelli di competenza degli operatori degli enti pubblici. L’idea è proprio quella di decodificare e fare emergere il bisogno di assistenza dei migranti che arrivano nel nostro territorio”.
E cosa cambia all’interno delle pubbliche amministrazioni? Ci può parlare della formazione?
“La formazione è un caposaldo di questo progetto proprio perché non può esserci un processo di capacity building senza la formazione del personale coinvolto. L’idea matura dal riscontro che abbiamo avuto in particolare nell’ultimo periodo, ovvero che molto spesso gli operatori della pubblica amministrazione sono purtroppo un passo indietro rispetto agli operatori del privato riguardo alle capacità di decodifica e di assistenza dedicata ai migranti”.
Tra gli strumenti degli operatori torna Silver Call, segno che i progetti Fami non si esauriscono con la loro conclusione. Di che si tratta?
“La sostenibilità nel tempo credo sia uno degli aspetti e degli esiti più importanti di un progetto. Uno degli strumenti che ci ha lasciato il Progetto Silver è SilverCall, una piattaforma informatica per la chiamata dei mediatori culturali. Attraverso questa piattaforma, che sarà riattivata all’interno del Progetto Busy, tutti gli operatori coinvolti nel progetto potranno avvalersi di questo sistema informatico per avere il supporto di un mediatore specializzato in una lingua specifica, sia in presenza che a distanza”.
E parlando di piattaforme informatiche, il Progetto Busy sta lavorando alla realizzazione di una banca dati che raccolga i servizi offerti dal territorio, di che si tratta?
“All’interno del Progetto Busy stiamo sviluppando una web app che raccolga in un database i servizi dedicati al migrante che il territorio può offrire, in termini di opportunità professionali, attività ludico-ricreative e attività formative. Si tratta di servizi sia del pubblico che del privato sociale, dalle Asp ai Comuni, dalle prefetture alle cooperative. Questa piattaforma sarà a disposizione non solo degli operatori ma anche direttamente degli utenti del nostro sito”.
Spesso lo straniero può avere difficoltà a orientarsi fra i servizi, da qui l’idea di realizzare dei cortometraggi animati, ce ne può parlare?
“Un valore aggiunto del Progetto Busy è la realizzazione di cortometraggi animati multilingua per illustrare in modo semplice e immediato anche alla popolazione straniera i servizi del territorio. Può sembrare in apparenza un’attività molto semplicistica ma in realtà, attraverso la videoanimazione, si arriva direttamente a un più vasto pubblico di utenza, migliorando notevolmente la conoscenza dei servizi nel nostro territorio”.
Busy è il risultato di un lavoro di squadra, una rete di pubbliche amministrazioni ed enti locali, ci può spiegare cosa si intende per rete di governance?
“Abbiamo voluto coinvolgere all’interno del partenariato del Progetto Busy l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, per occuparsi della rete di governance, una sorta di monitoraggio continuo delle attività che i Comuni stanno portando avanti e, laddove venisse fuori un bisogno di miglioramento o un deficit operativo o progettuale, la rete di governance permetterebbe di intervenire tempestivamente grazie appunto al coordinamento dell’Anci”.